Se stai cercando informazioni sull’operazione per cambio sessualità, in questa pagina troverai quelle necessarie. L’operazione chirurgica per riassegnazione di genere è una delle maggiori preoccupazioni per chi sta effettuando un percorso di transizione:
- Il quadro clinico di alcune persone non permette un’anestesia generale per l’operazione, per patologie pregresse
- Si ha il timore di sottoporsi a un intervento chirurgico di demolizione o ricostruzione dei genitali
- Alcuni hanno paura di non accettarsi nella nuova condizione fisica
- Si può considerare non necessario il cambio fisico degli organi primari per realizzare la propria personalità
Oltre il 70% delle persone transessuali che hanno ottenuto la riassegnazione di genere da MtF o da FtM con la mia assistenza, non effettua l’operazione per cambio sessualità. Addirittura, il 98% di questi transessuali, non ha scelto l’intervento chirurgico nei primi 3 anni dalla rettificazione di attribuzione del sesso ottenuta in Tribunale. Il percorso di transizione prevede 3 strade necessarie e una eventuale (non obbligatoria):
- Terapia ormonale, con un endocrinologo
- Percorso psicologico, con uno psicologo o psichiatra
- Iter legale, con un avvocato
- Operazione chirurgica (eventuale, non obbligatoria)
Sono tra i pochi avvocati specializzati in Italia per cambio sessualità e il mio compito è di dare assistenza per il punto n. 3, cioè per la richiesta al Tribunale dell’autorizzazione a cambiare nome e sesso sui tutti i documenti. In questa pagina, invece, ti parlerò del punto n. 4, sull’intervento chirurgico per il cambio sessualità.
Se vorrai leggere l’iter completo puoi visitare la mia pagina Guida completa su come cambiare sessualità.
Indice

Cambio sessualità senza intervento è possibile?
Iniziamo con la prima domanda che si pongono molti miei clienti.
Per il cambio sessualità è necessario un intervento chirurgico? L’intervento cambio genitali è previsto dalla legge?
No, come ho già anticipato, oggi non è necessario ma facoltativo sottoporsi a intervento.
La prima legge in Italia sul cambio sesso del 1982 prevedeva l’obbligatorietà dell’operazione chirurgica e bisognava fare due procedure in Tribunale.
Prima, bisogna farsi autorizzare all’intervento chirurgico. Dopo bisognava ritornare in Tribunale per farsi autorizzare a cambiare sesso e nome sui documenti. Mentre la successiva legge del 2011 in un primo momento continuava ancora a essere interpretata dai giudici italiani come la precedente.
Ma dal 2015 le cose in Italia sono cambiate, grazie alla sentenza della Corte di Cassazione n. 15138/2015 e alla sentenza della Corte Costituzionale n. 221/2015. Con queste importanti sentenze è stato deciso che l’operazione chirurgica non è più obbligatoria per la rettificazione del sesso e il cambio nome sui documenti.
Cosa si può cambiare con l’operazione chirurgica?

Il transessuale con disforia di genere, quindi, si identifica nel sesso opposto a quello biologico e vorrebbe cambiare i propri caratteri sessuali. Si può distinguere tra:
- Caratteri sessuali primari, che sono gli organi genitali e riproduttivi (pene e testicoli nell’uomo, vagina e utero nella donna)
- Caratteri sessuali secondari, che sono differenze negli apparati e negli organi che compaiono, generalmente, dopo la pubertà (seno, mestruazioni, ecc. nelle femmine; peli, maggiore massa muscolare, tono della voce più grave, ecc. nei maschi).
L’operazione chirurgica per un transessuale può permettere di cambiare i caratteri sessuali primari e alcuni caratteri sessuali secondari (come il seno). Mentre per cambiare altri caratteri sessuali secondari (come la muscolatura, i peli e il tono voce), è sufficiente la cura ormonale.
Quando è necessaria l’autorizzazione del Tribunale per l’operazione chirurgica?
L’operazione chirurgica per cambiare il carattere sessuale primario deve essere autorizzata dal Tribunale con una sentenza. Infatti l’art. 5 del Codice civile italiano prevede il divieto degli atti di disposizione del proprio corpo, come un trapianto, un’interruzione di gravidanza e, per quanto ci riguarda, il mutamento del sesso.

Negli ultimi anni, l’autorizzazione all’intervento chirurgico viene chiesto al Tribunale contestualmente alla richiesta di cambio nome e sesso sui documenti.
Quindi l’intervento chirurgico è l’ultimo step nell’iter per il cambio di sessualità, come spiegato nella pagina Guida completa su Come cambiare sesso in Italia.
Come già detto, il mio lavoro di avvocato specializzato consiste proprio nel presentare al Tribunale il ricorso per chiedere l’autorizzazione al cambio sesso.
Per maggiori informazioni, puoi scrivermi nella pagina CONTATTACI
A che età si può chiedere il cambio sesso?
La questione dell’età crea molta confusione nelle persone e nei genitori che mi contattano per l’avvio della procedura.
Ecco spiegato in modo semplice cosa è previsto in Italia:
- per la riassegnazione di genere (MtF o FtM) e il cambio di nome, si può essere anche minorenni. Infatti è più volte stato possibile il cambio sesso di minorenni, anche se con un accertamento più rigoroso da parte dei periti del Tribunale e del giudice
- per l’operazione chirurgica di modifica dei caratteri sessuali primari (demolitori o ricostruttivi) è richiesta la capacità di agire, quindi è necessario essere maggiorenni
Per i minorenni bisogna comunque considerare altre particolarità e strategie da utilizzare caso per caso.
APPROFONDIMENTO: Puoi leggere l’altro mio articolo Cambio sesso minorenne. Quando è possibile?
Cosa succede se ho già eseguito l’operazione?
Alcune persone mi contattano dopo aver già effettuato l’operazione chirurgica dei caratteri sessuali primari. Questo è stato possibile se:
- hanno già avuto una sentenza di autorizzazione all’intervento chirurgico, ma non avevano poi chiesto l’autorizzazione al cambio nome e sesso sui documenti
- l’operazione chirurgica è stata eseguita all’estero e ora vogliono regolarizzare i documenti in Italia (sia se sono italiani sia se sono stranieri con cittadinanza italiana o residenti in Italia)
Ovviamente, anche in questo caso è possibile contattarmi per presentare al Tribunale il ricorso e chiedere il cambio del nome e del sesso su tutti i documenti (carta identità, passaporto, ecc.). Il consiglio è di avviare la procedura il più presto possibile perché queste situazione sono quelle che possono creare maggiori problemi nei rapporti sociali, lavorativi, burocratici, ecc
Come si chiede l’autorizzazione all’intervento chirurgico?

L’autorizzazione a sottoporsi a un intervento chirurgico di demolizione o ricostruzioni degli organi sessuali primari deve essere chiesta con un ricorso al Tribunale. Il ricorso, può essere presentato in Tribunale solo da un avvocato, perché la persona non si può difendere da sé. In genere, l’avvocato chiede con lo stesso ricorso 3 autorizzazioni:
- Rettificare l’atto di nascita con attribuzione del sesso opposto (da maschile a femminile, o viceversa)
- Cambiare il proprio nome (prenome), che non necessariamente deve essere una declinazione maschile o femminile del precedente nome (ad esempio non è necessario cambiare il proprio nome da Alessandro ad Alessandra, ma sceglierne uno assolutamente diverso)
- Sottoporsi a intervento chirurgico di modifica dei caratteri sessuali primari
Dove si effettua l’operazione per riassegnazione sesso?

L’operazione può essere effettuata in Italia oppure all’estero. In Italia, si può seguire il servizio pubblico del Sistema Sanitario Nazionale (S.S.N.) oppure il servizio privato. Le differenze tra il servizio pubblico e quello privato riguardano molti aspetti, ma i principali sono:
- tempo di attesa, generalmente molto più breve con il servizio privato
- costo dell’operazione per riassegnazione di genere, molto più elevato con il servizio privato
- protocollo usato. Ma le cliniche private italiane, in genere, richiedono solo la sentenza per l’operazione ai caratteri sessuali primari. Mentre all’estero i protocolli sono molto più flessibili e semplici
I principali centri dove effettuare le operazioni con il Servizio Sanitario Nazionale sono a:
- BARI, Policlinico Ospedale Giovanni XXIII
- BOLOGNA, Policlinico S. Orsola e Malpighi
- MILANO, Ospedale Niguarda
- NAPOLI, Clinica Universitaria Federico II
- ROMA, Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini
- TORINO, Azienda Ospedaliera Città della Salute (Molinette),
- TRIESTE, Ospedale di Cattinara
- TRENTO, ASL di via De Gaspari n. 79
- MESSINA, Policlinico Gaetano Martino
- CATANIA, ASP 3 di Viale Biagio Pecorino n. 105 (a San Giorgio)
I protocolli ONIG o WPATH
Chi sceglie il servizio pubblico, con il Sistema Sanitario Nazionale, è obbligato a seguire dei protocolli, che in Italia possono essere:
I protocolli sono delle guide cliniche che i professioni devono usare nel percorso di transizione. Questo prevede degli steps necessari e dei tempi obbligatori. Ci sono molti dibattiti e critiche, nelle comunità dei transessuali, su questi due protocolli. In ogni caso, non è obbligato a seguire i protocolli chi segue questo percorso:
- psicologo privato
- endocrinologo privato
- nessuna operazione oppure operazione all’estero
Infatti, ottenuta la sentenza che autorizza all’intervento chirurgico, anche l’ospedale pubblico deve eseguire l’operazione. Questo è ammesso anche se il percorso di transizione non aveva seguito i protocolli ONIG o WPATH (ad esempio per aver effettuato un percorso di transizione con psicologo e endocrinologo privato).
Operazione cambio sessualità all’estero

In questo articolo abbiamo parlato dell’operazione per cambio sesso in Italia, in cui è obbligatorio rispettare la legge italiana.
Come abbiamo visto, per l’operazione da uomo a donna (MtF) e per l’operazione da donna a uomo (FtM) è necessario che sia autorizzata da un Tribunale italiano con una sentenza.
L’operazione per cambio sessualità all’estero, invece, non è soggetta alla legge italiana, ma alla legge dello Stato in cui si decide di effettuare l’operazione.
I principali paesi esteri scelti per le operazioni di cambio sesso sono:
- SERBIA
- SPAGNA
- GRAN BRETAGNA
- THAILANDIA
Costo operazione cambio sessualità
Il costo dell’operazione per il cambio sessualità con il servizio privato sono molto alti (da 10.000 euro per alcuni interventi ai caratteri sessuali secondari). Inutile negare che questa è la ragione principale per cui molti decidono di operarsi all’estero, con prezzi inferiori anche del 70%, ma non ovunque. Negli Stati Uniti, per esempio, il costo può essere:
- operazione MtF, da 7,000 a 24,000 dollari (cioè da 6.500 euro a 22.000 euro)
- operazione FtM, più di 50,000 dollari (cioè più di 46.000 euro)
In Italia, il costo di un’operazione di metoidioplastica può costare circa 13.000 euro in una clinica privata.
Mentre il Tailandia può costare circa 6.000 euro. In genere, i costi delle operazioni oscillano tra i 20.000 e i 40.000 euro.
L’operazione chirurgica con il servizio pubblico è gratuita oppure alcune prestazione sono effettuate con prezzi calmierati (cioè fissi/bloccati). La scelta di andare all’estero è anche dovuta ai lunghi tempi di attesa in Italia, per la burocrazia delle liste di attesa.
Negli ultimi anni, però, è aumentato il numero dei transessuali che chiedono il cambio del sesso senza intervento chirurgico.
La scelta dell’operazione è spesso lasciata a un secondo momento oppure non è proprio presa in considerazione.
Spese chirurgiche detraibili dalle tasse
Le spese sostenute il trattamento medico chirurgico con diagnosi di disforia di genere sono detraibili dalle tasse come spese sanitarie, come ha stabilito l’Agenzia delle Entrate con una risoluzione del 2015.
Conclusioni
Come hai letto in questa pagina, l’operazione chirurgica (MtF o FtM) non è più obbligatoria per il cambio sessualità, ma solo eventuale. Se scegli di operarti in Italia è quindi obbligatoria l’autorizzazione del Tribunale con una sentenza. In Italia, si può dunque scegliere di operarsi con:
- servizio pubblico del Sistema Sanitario Nazionale, in cui bisogna rispettare dei protocolli nazionali (ONIG) o internazionali (WPATH), con più burocrazia, molto più tempo e meno costi
- servizio privato, con meno burocrazia, maggiori costi e meno tempo
Se già hai effettuato l’operazione (in Italia o all’estero), resta da portare a termine solo l’aspetto burocratico in Tribunale per la rettificazione dei documenti.
Il percorso di transizione prevede necessariamente un iter legale in Tribunale, per chiedere l’autorizzazione a:
- cambiare sesso/genere (da MtF o FtM) su tutti i documenti
- cambiare nome (da maschile a femminile o da femminile a maschile)
- EVENTUALMENTE, operarsi
Sia se scegli di operarti, sia se scegli di non operarti, è necessaria l’assistenza di un avvocato per l’iter legale in Tribunale. Molte persone si rivolgono ai centri italiani per disforia di genere e poi vengono indirizzati ad alcuni studi legali da loro indicati.
Ma non è obbligatorio scegliere l’avvocato indicato da questi centri di disforia di genere.
Si può infatti scegliere il medico indicato da questi centri e un avvocato che non ha nessun legame con tali centri.
Sono un avvocato specializzato nell’iter legale per il cambio del sesso e non ho nessun legame con i centri di disforia di genere. Anche perché non esiste alcun motivo per cui un centro clinico debba essere legato a un avvocato.
Sono disponibile a seguire personalmente il tuo percorso legale in Tribunale mettendo a tua disposizione tutta la mia esperienza e conoscenza dei diritti umani e della personalità.
La procedura giudiziaria prevede ormai il deposito telematico e quindi posso assisterti in ogni provincia italiana.
Scopri di più leggendo la mia pagina Come cambiare sessualità? Guida completa.
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